Il jazz vero ti prende a schiaffoni…

Daniela Servidati, Dog’s, Dana, 2024.

Il Dog’s è un locale particolare: lo è il gestore, lo sono i clienti e lo è la musica dal vivo che vi si ascolta. Ogni giorno della settimana un genere diverso. Il lunedì ad esempio tocca al jazz e magari la proposta è un duo sassofono-batteria che propone “roba che sta fra l’heavy metal e il free jazz”. Di musica in questo libro se ne trova molta, da quella italiana al pop, al rock e l’autrice ha anche proposto una corposa playlist (si trova nel libro e su spotify). Ma torniamo al jazz. Tra tanti nomi spiccano Bill Evans, Chet Baker, John Coltrane e una considerazione condivisibile in pieno, che riporto per intero così che volendo qualcuno la potrà incidere sul marmo:

Il jazz nella cultura di massa è quella musica di sottofondo che ti mettono al ristorante o negli ascensori e della quale non ti accorgi. E’ un’eresia. Il jazz vero ti prende a schiaffoni, alla faccia del sottofondo. Siamo stati relegati in questo ignobile angolo della musica mondiale da quel fricchettone di Kenny G che ha pensato di trasformare la musica del sangue e del cuore in una ninnananna per massaggi estetici. No, il jazz quello vero è tutta un’altra cosa. Certo il jazz vero è un’altra cosa. Eppure sempre in America è nato il termine Jacuzzi jazz…Comunque il fatto che il jazz venga citato in un romanzo come questo, tra tanti altri generi, protagonista in un locale underground, ne testimonia la vitalità. La storia del Dog’s è particolare, cela un complotto rivoluzionario; ma lasciamo ai lettori la scoperta della trama e godiamoci le ottime musiche proposte…

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