A bordo dell’organ Express di Zavalloni

Enri Zavalloni, Organ Express, 2023, vai al sito

Compositore, produttore, hammondista sopraffino, Enri Zavalloni con Mike Patton e Mondo Cane ha calcato i palchi di tutto il mondo, ma quando è a casa – nello studio di registrazione dove lavora con la propria collezione di rari strumenti vintage – produce musiche originali per serie americane di giganti del calibro di Marvel, Netflix, Disney, etc. Organ Express è un tributo alla black music anni Settanta declinata in ogni sfumatura, dall’organ trio jazz al funk, passando per l’r&b e le colonne sonore. Organ Express è anche il titolo del primo brano, ed è tutto un programma! Con Harlem Hot Wheels ci troviamo nella sigla di un telefilm anni Settanta, dove le ruote fumano riprese da una telecamera posizionata a livello asfalto. Tema lungo ripetuto per intero due volte e campo largo sulla scena iniziale. Lo stesso copione – ed è un bel sentire con groove- si ritrova in Shotguns Barbecue: colpo in canna e via. Con Dribbling Boogaloo torniamo indietro alla fine degli anni Sessanta, quando le piste da ballo non erano ancora le discoteche a venire e ragazze stile Twiggy con minigonne vertiginose accennavano passi di danza vicino a maschi impacciati nei loro vestiti d’ordinanza con tanto di cravatta. Il boogaloo realizzava una mescla tra latin jazz anni Quaranta, ritmi afrocubani, soul e funk nascente e il tutto avveniva dove le due culture si incontravano, nella Spanish Harlem della cosmopolita New York. Ma un disco non è un libro di storia e il boogaloo che propone Zavalloni va giù pesante con il ritmo e lascia in primo piano l’organo a prendersi un meritato spazio solista. Con Congo Clap andiamo a sbloccare ricordi musicali di poco successivi a quelli del boogaloo, appartenenti a quel protofunk alla Meters che poi avrebbe riempito decine di compilation di rare groove negli anni a venire. Summer City Mirage subito ricorda Papa Was a Rolling Stone dei Temptations ma poi vira verso atmosfere sognanti. Zavalloni produce musica per immagini anche quando non gli è richiesto farlo per contratto. L’hammond e le tastiere vintage si impastano con i fiati e volano sui ritmi sempre carichi. Qui si supera la nostalgia o il discorso retromania: questo è “hot stuff” da vinile del terzo millennio. Tuona in cuffia, ma ci si ritrova con il Rayban a goccia abbassato, la camicia a punta slacciata in una strada assolata di una città americana dei Seventies mentre dal vicolo arriva un contagioso groove…

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